PICCOLA ALICE
regia Abel Ferrara
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Il testo, che Edward Albee, l’autore di Chi ha paura di Virginia Woolf ?, scrisse nel 1964, è un vero e proprio teorema intorno alla spregiudicatezza delle relazioni e dei rapporti dei personaggi: un frate laico diventa pedina in un contratto tra il suo Cardinale, una ricca donna, la Miss Alice del titolo, e il suo avvocato.
“Piccola Alice – ha dichiarato il celebre regista americano autore di film come Il Cattivo Tenente, Fratelli, The Addiction – rappresenta modi di sentire universali, parla di religione e di denaro, dell’intrigo velato di misticismo che si fa politica. Modi di essere che appartengono, appunto, alla società americana come a quella europea.”
La religione, il denaro, il potere, sono i temi della commedia che Abel Ferrara annuncia “divertente e noir, a metà strada tra Rocky Horror Picture Show e Dracula, Frankenstein e La piccola bottega degli orrori“.
Un appuntamento da non perdere, che segna – a parte una brevissima incursione risalente agli anni settanta – il debutto nella regia teatrale del maestro del cinema indipendente statunitense, impegnato in questi giorni anche al montaggio del suo nuovo film, Mary, con Juliette Binoche, che racconta la storia di un’attrice affascinata dalla figura di Maria Maddalena.