LA GOVERNANTE
di Vitaliano Brancati, regia Maurizio Scaparro
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Maurizio Scaparro affronta il testo del 1952 di Vitaliano Brancati , La governante, che subì l’immediato divieto da parte della censura per il tema, allora molto “scottante”, dell’omosessualità trattato nella commedia, sebbene l’autore sostenesse che “la sostanza della vicenda è più la calunnia che l’amore fra due donne”.
Sullo sfondo di un complesso discorso sull’etica e sulla responsabilità individuale, il testo è pieno di accenti polemici contro l’ipocrisia dei benpensanti cattolici, il filocomunismo borghese, i princìpi della Sicilia baronale e la censura stessa. La vicenda de La Governante
Maurizio Scaparro affronta il testo del 1952 di Vitaliano Brancati , La governante, che subì l’immediato divieto da parte della censura per il tema, allora molto “scottante”, dell’omosessualità trattato nella commedia, sebbene l’autore sostenesse che “la sostanza della vicenda è più la calunnia che l’amore fra due donne”.
Sullo sfondo di un complesso discorso sull’etica e sulla responsabilità individuale, il testo è pieno di accenti polemici contro l’ipocrisia dei benpensanti cattolici, il filocomunismo borghese, i princìpi della Sicilia baronale e la censura stessa.
La vicenda de La Governante è imperniata su Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania, famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma, il cui patriarca, Leopoldo, ha sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua morale. Caterina è calvinista e viene considerata da tutti un modello d’integrità. Vive perciò segretamente la propria “sessualità”, una “colpa” cui si aggiunge quella di aver attribuito a una giovane cameriera dei Platania le proprie tendenze, causandone il licenziamento. Caterina si sente responsabile della morte della ragazza, coinvolta in un incidente mentre tornava al Sud: un peccato insostenibile, lacerante, che la governante deciderà di espiare con il suicidio.