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LO STORMO

un progetto a cura del Comitato artistico del Teatro Stabile di Napoli

TEATRO SAN FERDINANDO 27 Febbraio 2010   28 Febbraio 2010

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LO STORMO

un progetto a cura del Comitato artistico del Teatro Stabile di Napoli:
Valeria Parrella, Lorenzo Pavolini, Francesco Saponaro
coordinamento Lorenzo Pavolini
drammaturgia Antonio Marfella e Massimiliano Virgilio
regia Antonello Cossia
con Valentina Curatoli, Marco Mario De Notaris, Salvatore D’Onofrio
scene Grazia Pagetta
costumi Antonella Romano
luci Marcello Falco
regista assistente Giuliana Pisano
realizzato in collaborazione con le scuole: Liceo Scientifico Cuoco, IPSSAR III Duca di Buonvicino, Istituto Superiore Polispecialistico Campanella
una produzione Teatro Stabile di Napoli

Prosegue anche nel 2009/2010 il progetto del comitato artistico dedicato al Teatro San Ferdinando, residenza artistica e civile, luogo fisico e storico da vivere e abitare al di là e accanto alla sua programmazione, dove i ragazzi delle scuole dell’asse di via Foria, affiancati da dramaturg, attori e registi, incontrano il teatro nella sua dimensione di artigianato vivo, approfondendo i testi e la lingua di una tradizione sempre in divenire.

“Un gruppo di ragazzi volteggia intorno al proprio destino.  Il suicidio della loro professoressa li ha riportati al luogo di sempre, uno spazio vitale svuotato, che somiglia a un centro commerciale in crisi d’abbandono. Lo Stormo è il “secondo movimento” del progetto iniziato con “I Vespertelli” per gettare un cordone diretto tra la scena, la città e i giovani cittadini che la abitano. Un testo nuovo che mette al centro gli studenti delle scuole che gravitano attorno all’asse di via Foria, e dunque al San Ferdinando. Non sarà il loro ambiente domestico, né la scuola, né le strade dell’insicurezza sociale e della vita notturna a vederli protagonisti ma lo spazio contemporaneo pubblico privato,

dentro e fuori il nostro tempo, un luogo teatrale in cui lo Stormo si muove compatto, anarchico, sbattendo le proprie ali contro le pareti di un mondo dai confini troppo vicini. Ma quello sbattere contro le pareti è qualcosa di più di un grido di dolore o di un vuoto avvoltolarsi su se stessi. È il segno di una vitalità ardente che si muove tra abiti, biscotti, gelati, musica, macchine fotografiche, cellulari di ultima generazione, social network…”

Lorenzo Pavolini