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MUMBLE MUMBLE OVVERO CONFESSIONI DI IN ORFANO D’ARTE

di Emanuele Salce e Andrea Pergolari

RIDOTTO DEL MERCADANTE 11 Aprile 2013   14 Aprile 2013
date da definire

MUMBLE MUMBLE OVVERO CONFESSIONI DI IN ORFANO D’ARTE

con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli
produzione Società per Attori

«Ci vuole l’opportunità di esser figlio d’arte di due padri – quello naturale, Luciano Salce e quello addottivo, Vittorio Gassman – che hanno lasciato un segno nello spettacolo italiano. Ci vuole un misto di grazia e faccia tosta nel volgere in racconto i due-funerali-due per la scomparsa di entrambi. E ci vuole sense of humor (venato di grottesco nostrano) che discende dal filone britannico dell’Evelyn Waugh de Il caro estinto o dell’Alan Bennet deLa cerimonia del massaggio…». Nella sua lusinghiera recensione a Mumble Mumble, sulle colonne de “La

«Ci vuole l’opportunità di esser figlio d’arte di due padri – quello naturale, Luciano Salce e quello addottivo, Vittorio Gassman – che hanno lasciato un segno nello spettacolo italiano. Ci vuole un misto di grazia e faccia tosta nel volgere in racconto i due-funerali-due per la scomparsa di entrambi. E ci vuole sense of humor (venato di grottesco nostrano) che discende dal filone britannico dell’Evelyn Waugh de Il caro estinto o dell’Alan Bennet deLa cerimonia del massaggio…». Nella sua lusinghiera recensione a Mumble Mumble, sulle colonne de “La Repubblica”, Rodolfo Di Giammarco condensa così gli “ingredienti” di uno spettacolo coraggioso e divertente, firmato e interpretato da Emanuele Salce. L’attore, che per la drammaturgia è affiancato da Andrea Pergolari e in scena conta sul contraltare gustoso di Paolo Giommarelli (un personaggio-spettatore ora complice, ora provocatore), in questa pièce porta in scena se stesso. Un attore che in una pausa delle prove, chiuso in camerino, si trova a fare i conti con la propria realtà, l’essere attore e uomo, funzione di una società che gli sfugge e identità ricercata e mai trovata. Lo fa fra voragini di serietà e voli di ironia, conciliando le pagine di Dostoevskij agli europei di calcio, i cerimoniali funebri paterni all’effetto di una meravigliosa bionda australiana o a quello di un dannato flacone di medicinale… Eros e Thanatos, drammatico e grottesco per raccontare e ridere di sogni incubi e ossessioni di un validissimo attore.