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OTELLO

di William Shakespeare traduzione, adattamento, regia Nanni Garella

TEATRO MERCADANTE 8 Gennaio 2013   13 Gennaio 2013
ore 21.00
ore 21.00
ore 17.30
ore 21.00
ore 21.00
ore 18.00

OTELLO

con Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni, Angelica Leo, Federica Fabiani, Gabriele Tesauri, Massimo Nicolini, Matteo Alì
scene Antonio Fiorentino
luci Gigi Saccomandi
costumi Claudia Pernigotti
produzione Arena del Sole – Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna
in collaborazione con Estate Teatrale Veronese

In abbonamento a scelta

A una coppia d’attori molto cari al pubblico, Massimo Dapporto e Maurizio Donadoni, è affidata l’interpretazione di due fra i personaggi più famosi sgorgati dalla penna del genio shakespeariano, Otello e Iago. “Shakespeare – dichiara Nanni Garella nelle note di regia – è l’unico autore, dopo i greci, che riesce a darci tragedie vere; e Otello, nella storia teatrale, è una delle poche vicende pienamente conosciute dal pubblico, soprattutto dall’epoca romantica in poi […]. Otello, una volta scrostato dai depositi romantici e naturalistici, è un grande dibattito, profondo

A una coppia d’attori molto cari al pubblico, Massimo Dapporto e Maurizio Donadoni, è affidata l’interpretazione di due fra i personaggi più famosi sgorgati dalla penna del genio shakespeariano, Otello e Iago. “Shakespeare – dichiara Nanni Garella nelle note di regia – è l’unico autore, dopo i greci, che riesce a darci tragedie vere; e Otello, nella storia teatrale, è una delle poche vicende pienamente conosciute dal pubblico, soprattutto dall’epoca romantica in poi […]. Otello, una volta scrostato dai depositi romantici e naturalistici, è un grande dibattito, profondo e appassionante, sulla natura umana: per Otello il mondo è bello, gli uomini sono nobili, e giustificano la loro esistenza nella lealtà e nell’amore; per Iago il mondo è abietto e volgare e gli uomini sono come animali, carogne che si divorano l’un l’altro. Da un lato un’idea del mondo e della natura umana che volge lo sguardo alla convivenza, alla bellezza e all’armonia; dall’altro la totale assenza, machiavellica, di ideologia, il pragmatismo empirico più spregiudicato. Nessuno ha la meglio, alla fine. In realtà, il mondo somiglia molto di più a come lo immagina Iago, ma anch’egli ne è travolto, come Riccardo III. Cosa resta, dopo gli assassini, i suicidi, il crollo della fiducia, della fedeltà e dell’amore? Probabilmente solo la notte buia, il cupo abisso in cui precipita a volte la mente umana. L’accesso di follia distruttiva e autodistruttiva, omicida e suicida, di Otello, nutrita dalla menzogna e dall’infamia di Iago; e la dissoluzione di un mondo di valori, come famiglia, patria, amore, lealtà, coerenza morale”