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LE PULLE

testo e regia Emma Dante

TEATRO MERCADANTE 11 Febbraio 2009   1 Marzo 2009

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LE PULLE

operetta amorale
testo e regia
 Emma Dante
con  Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Sabino Civilleri, Emma Dante, Clio Gaudenzi, Ersilia Lombardo, Manuela Lo Sicco, Carmine Maringola, Antonio Puccia
musiche originali Gianluca Porcu, alias Lu
testi delle canzoni Emma Dante
scene Emma Dante e Carmine Maringola
costumi Emma Dante
disegno luci Cristian Zucaro
assistente alla regia Massimo Vinti
coordinazione produzione / distribuzione Fanny Bouquerel / Amuni
direttore di scena Alessandro Amatucci
fonico Diego Iacuz
sarta Giovanna Napolitano
foto di scena Giuseppe Distefano

una produzione Mercadante Teatro Stabile di Napoli – Théâtre du Rond-Point, Paris Théâtre National de la Communauté Française, Bruxelles

Il Teatro Stabile di Napoli coproduce con il Théâtre du Rond Point di Parigi e il Théâtre National de Bruxelles l’ultimo lavoro di Emma Dante, una delle autrici e registe più interessanti del teatro di ricerca italiano. La prima assoluta a Napoli segna l’inizio di una articolata tournée che toccherà la Francia e il Belgio a partire da Parigi e Bruxelles. “L’operetta amorale, con cui definisco questo spettacolo – spiega l’artista palermitana – è un atto unico di carattere popolare in cui la recitazione si alterna col canto e l’argomento che viene trattato non ha relazione con la comune morale. Protagoniste sono le puttane (pulle in palermitano), che camminano lontane dalle vie del Signore. Puttane trans per essere precisi che, nonostante il giudizio cattolico le additi a peccatrici, credono in Dio. Hanno bisogno di un culto, di una religione che innalzi l’anima, pur mantenendola alla stessa altezza del loro idolo: la minchia. Le pulle idolatrano madonne a tinte accese, con addosso vestiti sgargianti di stras, piume di struzzo, pizzi, lustrini e guepiere. Attraverso un processo di metempsicosi, Maria addolorata dalle paillettes, immacolata vergine Maria dei merletti e santa Maria martire del reggiseno, benedette tra le donne col benedetto frutto che custodiscono tra le gonne, si svuotano di santità per trasferire nelle pulle la loro anima femminile, incarnandosi per sempre in un ibrido che sta a metà tra i due sessi. il miracolo è teso a compiere un rovesciamento del femminile sul maschile senza dover subire l’operazione o la scomunica di un bigotto Cardinale. Cammineranno su tacchi a spillo le mie puttane, senza dare nell’occhio, senza disturbare, trovando un equilibrio stabile con la propria morale. Il canto sarà la lingua metafisica di queste creature ambigue e favolose che l’Italia non è ancora in grado di accettare”