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FAT PIG

regia Alfonso Postiglione

RIDOTTO DEL MERCADANTE 29 Novembre 2018   9 Dicembre 2018
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Ridotto del Mercadante, 12 Gennaio ore 19.00 e
Ridotto del Mercadante, 12 Febbraio ore 18.00 e
Ridotto del Mercadante, 12 Aprile ore 21.00 e
Ridotto del Mercadante, 12 Maggio ore 17.00 e
Ridotto del Mercadante, 12 Giugno ore 21.00 e
Ridotto del Mercadante, 12 Luglio ore 17.00 e
Ridotto del Mercadante, 12 Agosto ore 17.00 e
Ridotto del Mercadante, 12 Settembre ore 21.00 e
29/11/2018 ore 21.00
30/11/2018 ore 21.00
01/12/2018 ore 19.00
02/12/2018 ore 18.00
04/12/2018 ore 21.00
05/12/2018 ore 17.00
06/12/2018 ore 21.00
07/12/2018 ore 17.00
08/12/2018 ore 17.00
09/12/2018 ore 21.00

FAT PIG

di Neil LaBute
traduzione Marcello Cotugno e Gianluca Ficca
regia Alfonso Postiglione
con Daria D’Antonio, Anna Bocchino, Emanuele D’Errico, Dario Rea
scene Laura Simonet
costumi Giuseppe Avallone
disegno luci Angelo Grieco
musiche Paolo Coletta
video Alessandro Papa

aiuto regia Serena Marziale
direttore di scena e macchinista Nicola Grimaudo
elettricista Carmine Pierri
fonico Diego Iacuz
sarta Francesca Colica
foto di scena Marco Ghidelli
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Napoli
Cattedra di Scenografia – Prof. Luigi Ferrigno

produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale

Durata: 1 ora e 20 minuti

Fat Pig è tra i titoli più rappresentati nella teatrografia dell’autore americano Neil LaBute. Scritto nel 2004, è ancora inedito per i palcoscenici italiani. Il testo è dedicato a David Mamet. Al centro della storia un tema molto “sensibile” oggi: il rapporto con la bellezza e in particolare l’ossessione del mondo contemporaneo per ciò che appare esteticamente gradevole. Dunque, accettabile perché non diverso, accomodante, riconoscibile e non pericoloso, non provocatorio, perché in fondo non genera scomode domande. Nella piece, si racconta di Tom, impiegato in un ufficio amministrativo

Fat Pig è tra i titoli più rappresentati nella teatrografia dell’autore americano Neil LaBute. Scritto nel 2004, è ancora inedito per i palcoscenici italiani. Il testo è dedicato a David Mamet. Al centro della storia un tema molto “sensibile” oggi: il rapporto con la bellezza e in particolare l’ossessione del mondo contemporaneo per ciò che appare esteticamente gradevole. Dunque, accettabile perché non diverso, accomodante, riconoscibile e non pericoloso, non provocatorio, perché in fondo non genera scomode domande.
Nella piece, si racconta di Tom, impiegato in un ufficio amministrativo qualunque in una grande città sul mare, che fa casualmente conoscenza con la giovane e spumeggiante bibliotecaria Helen. I due si attraggono vicendevolmente. Ci sarebbero tutti gli elementi per una bella storia sentimentale, ma Helen è una donna in evidente sovrappeso, e la sua particolarità, sebbene vissuta con serenità da lei stessa, si scontra con i rigidi e presuntuosi modelli formali dell’universo sociale al quale appartiene il ragazzo. Tom si sente giudicato, nelle sue scelte estetiche e sentimentali, dai commenti sommari degli amici e colleghi, cadendo in un tormento che lo metterà di fronte ad una scelta, tanto sofferta quanto implacabile.