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IO CLITEMNESTRA. IL VERDETTO

drammaturgia Valeria Parrella, ideazione e regia Cristina Donadio

RIDOTTO DEL MERCADANTE 5 Febbraio 2007   11 Febbraio 2007
date da definire

Ospitalità

5 – 11 febbraio 2007 | Sala Ridotto

Grande profilo | Sala Ferrari
Io, Clitemnestra. Il verdetto

drammaturgia Valeria Parrella
ideazione e regia
Cristina Donadio

con
Cristina Donadio|Clitemnestra
Antonio Buonomo|Agamennone
Benedetta Bottino|Cassandra
e con
Gianfranco Lettera, Francesco Palumbo, Antonio Gargiulo|le guardie

spazio Mario Martone
luci Pasquale Mari
film Francesco Patierno
costumi Alessio Visone
foto di scena Adelaide Di Nunzio
assistente alla regia Teresa Di Monaco
ufficio stampa Sergio Marra
comunicazione Arkè

Dopo il filmato sul palco entra Clitemnestra e si rivolge al pubblico come ai giurati di un’aula di tribunale: “signori della corte”…lei è la moglie quarantenne di un boss napoletano il cui prestigio è decaduto in città dopo che lui, condannato dalla legge, è stato costretto alla latitanza. Come in un’arringa di difesa, racconta la sua versione dei fatti. Lei era stata destinata fin da piccola, nel quartiere, a sposare Agamennone. A lui ha dato figli, a lui ha consacrato tutta la sua vita, con lui ha condiviso le responsabilità del “regno” fino al momento in cui Agamennone è stato costretto alla latitanza. Così come la Clitemnestra classica lei ha “studiato” le leggi della camorra per mandare avanti quello che resta della struttura familiare: sono ormai dieci anni che il marito latita, e loro riescono a sentirsi con i sotterfugi classici dei latitanti; solo sporadiche volte, in questi dieci anni, sono riusciti a vedersi. Da anni prepara il suo ritorno a casa. In città arrivano voci sul conto di Agamennone, voci di suoi tradimenti: ma lei questo in un certo senso se l’aspettava, e comunque è donna saggia e conosce gli uomini. E’ anche una donna bella però, sfiorita, lacerata dalla vita ma bella, e quel residuo di potenza che ha, la rende affascinantissima agli occhi di un cugino di Agamennone, Egisto, uomo designato secondo il ramo a reggere gli affari in assenza del boss. Così Clitemnestra si lascia trascinare in una storia che a lei serve solo per farsi traghettare verso il ritorno di Agamennone. Intanto Clitemnestra ha anche saputo che in questo luogo della Puglia, la città di Troia, dove Agamennone sta ridisegnando le sue alleanze si è molto stretto alla figlia giovanissima di un capo della Sacra Corona, Cassandra. Qui Clitemnestra mette a confronto la sua vecchiaia con la fanciullezza di lei, la sua impotenza con la figura chiave che costituisce Cassandra. E medita vendetta. Un giorno finalmente dalle pendici del Vesuvio vede arrivare il corteo di macchine con cui Agamennone torna per “affari”. Allora Clitemnestra arma la mano di Egisto. Evocati dal suo ricordo arrivano sul palco le ombre di Agamennone e Cassandra. Clitemnestra inizia un breve dialogo con Agamennone, in cui si ritrovano tutti gli equilibri e i disequilibri di una coppia: Agamennone e Clitemnestra si salutano in modo regale e formale, lui è sinceramente contenta di vederla e di raccontarle il nuovo assetto che dovrà prendere la loro casa, ma in un acceso dialogo lei gli rovescia addosso il suo veleno e ricaccia le sue aspettative lasciando intravedere il delitto che sta per consumarsi. Tra le accuse che la moglie gli muove contro c’è anche quella di aver “sacrificato” alla famiglia, cioè lascito impunito l’omicidio della loro ultima figlia, Ifigenia. Agamennone si difende affermando che il bene della famiglia è superiore a qualunque bene personale. A questo punto prende la parola anche Cassandra: Ora è lei che racconta alla stessa corte dei giurati, il pubblico, come in una testimonianza, la sua versione dei fatti. Come la Cassandra classica è nata con la capacità di leggere il futuro. Esercita contro la volontà di tutti la sua arte, leggendo le carte la sera a un tavolino, è giovane, bella, ultima figlia di un capo della Sacra Corona. Quando Agamennone arriva al suo paese per stringere nuove alleanze con suo padre, lei subisce fortemente il suo fascino e lo stesso Agamennone, con la benedizione di tutti, inizia a farle la corte. Rapidamente si consuma una storia d’amore durante la quale Cassandra resta incinta. Tutti sanno che Agamennone è sposato e lei gli chiede ragione di questo fatto. Agamennone promette che al momento giusto, quando gliene sia data la possibilità, tornerà a Napoli per sistemare le sue cose e lasciare Clitemnestra. Intanto Cassandra ha strani presagi: si pone le mani sul ventre e vede suo figlio morto, una sera apre le carte per interrogare il destino e vede suo padre morire in un agguato. Da’ l’allarme ai suoi genitori, ma non viene creduta, finché suo padre veramente muore con la stessa precisa dinamica che lei aveva previsto. Consumato il lutto, Agamennone, padre dell’erede legittimo, si designa come il successore ideale: è questo il momento per lui di tornare a Napoli, a capo di un nuovo esercito e una nuova famiglia. La madre di Cassandra benedice l’unione, ma Cassandra conosce la verità: è stato Agamennone a preparare l’agguato, lei ha in grembo il figlio di un assassino. Lacerata dal conflitto parte con Agamennone alla volta della villa, dove lui dovrà finalmente riorganizzare le sua vita, ma approssimandosi alla meta inizia a comprendere il suo destino, la sua fine: Clitemnestra li ucciderà entrambi. Tenta disperatamente di far tornare indietro Agamennone, ma lui non le crede e poi al destino non si scampa mai. Scende dall’auto e va incontro a Clitemnestra tremando e tenendosi il grembo. Al termine delle due “deposizioni” Clitemnestra sa che sarà inutile, vuoto il giudizio che le verrà assegnato dagli uomini, perché i suoi sensi di colpa, incarnati dalle due figure, continueranno a perseguitarla in eterno. Ma a questo punto l’udienza è chiusa: preceduta da un suono di campanello una voce off dice”la corte si ritira”.