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SERAO

di Maricla Boggio, regia Fortunato Calvino 

RIDOTTO DEL MERCADANTE 18 Gennaio 2018   28 Gennaio 2018
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 17.00 e
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 17.00 e
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 17.00 e
Ridotto del Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
18/01/2018 ore 21.00
19/01/2018 ore 17.00
21/01/2018 ore 21.00
23/01/2018 ore 21.00
24/01/2018 ore 17.00
25/01/2018 ore 21.00
26/01/2018 ore 21.00
27/01/2018 ore 17.00
28/01/2018 ore 21.00

SERAO 
di Maricla Boggio
regia Fortunato Calvino 
con Chiara Baffi, Emanuele D’Errico, Dario Rea
scene Renato Lori e Gilda Cerullo
costumi Alessandra Gaudioso
disegno luci Renato Esposito
video Alessandro Papa
assistente alla regia tirocinanteAntonella Di Baia
direttore di scena Nicola Grimaudo
assistenti alle scene tirocinanti Giorgia Napolitano e Chiara Rodriguez
tecnico luci Carmine Pierri
foto di scena Marco Ghidelli

produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale

Serao parla di una donna straordinariamente moderna, capace di anticipare le battaglie dei nostri giorni. In scena con piglio di giornalista di razza, la Serao evoca Napoli nelle sue bellezze e nei suoi mali, dove spicca il gioco del Lotto che lei denuncia come mostruoso portatore di povertà con la connivenza del Governo, e San Gennaro è elemento di identità del popolo contro le eruzioni del Vesuvio, che con emozionata partecipazione descrive nei suoi articoli. Insieme a Eduardo Scarfoglio, fonda i giornali più rappresentativi della sua epoca, combattendo la

Serao parla di una donna straordinariamente moderna, capace di anticipare le battaglie dei nostri giorni. In scena con piglio di giornalista di razza, la Serao evoca Napoli nelle sue bellezze e nei suoi mali, dove spicca il gioco del Lotto che lei denuncia come mostruoso portatore di povertà con la connivenza del Governo, e San Gennaro è elemento di identità del popolo contro le eruzioni del Vesuvio, che con emozionata partecipazione descrive nei suoi articoli. Insieme a Eduardo Scarfoglio, fonda i giornali più rappresentativi della sua epoca, combattendo la corruzione politica già allora dilagante. È amica della Duse, D’annunzio le è testimone di nozze, ma è interlocutrice dal linguaggio popolare quando si tratta di far conoscere le miserie della sua città. Evocati in scena dal suo piglio
barricadero, sono suoi interlocutori personaggi di ogni livello sociale; vita privata e temi politici sono le due forme in cui si presenta senza riserve ai suoi lettori.”   
Maricla Boggio 

“Uno straordinario viaggio nelle memorie di Napoli e del suo quotidiano “Il Mattino”, il testo di Maricla Boggio. Un viaggio nella città madre-matrigna, città da sempre piena di contraddizioni. La Serao, nell’interpretazione di Chiara Baffi, ci racconta di un popolo in continua lotta contro un governo sordo, poco attento alle necessità di una popolazione abbandonata al degrado culturale e civile, al sopruso e alla violenza della malavita. Città senza pace, eppure, in questo inferno, il popolo sfidava la sorte con il lotto, affidando la propria vita alla dea bendata, alla fortuna che prima o poi avrebbe premiato uno di loro. Ieri come oggi si potrebbe aggiungere. La Serao s’impone subito per intelligenza e per il grande intuito. Ed è sicuramente questo aspetto che più interessa far emergere dal lavoro di regia; una storia straordinaria la sua, gli articoli i racconti ci descrivono il mutamento in atto nella società d’allora, sia a livello sociale che culturale dando voce alla gente semplice, diventando un punto di riferimento per molte donne. Il degrado di cui scriveva Matilde Serao, oggi esiste ancora? Forse non della fame, non dell’oscurità
dei vicoli, non della mancanza del sole si occuperebbe, ma del degrado culturale, della violenza parassita che forma questi ragazzi fin dalla loro infanzia. Dell’indifferenza delle istituzioni verso una generazione che li lascia crescere da soli, e per strada, dove esiste un modello di vita fatto di assenza di regole e di violenza. Matilde Serao saprebbe
raccontare ancora una volta con forza le ferite di questa città.”
Fortunato Calvino