USCITA DI EMERGENZA
di Manlio Santanelli - regia Claudio Di Palma
TEATRO SAN FERDINANDO 18 Ottobre 2017 5 Novembre 2017Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 21.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 17.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 21.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 19.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 18.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 21.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 17.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 17.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 21.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 19.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 18.00 e |
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 21.00 e |
Teatro San Ferdinando, 11 Gennaio ore 17.00 e |
Teatro San Ferdinando, 11 Febbraio ore 17.00 e |
Teatro San Ferdinando, 11 Marzo ore 21.00 e |
Teatro San Ferdinando, 11 Aprile ore 19.00 e |
Teatro San Ferdinando, 11 Maggio ore 18.00 e |
Primo testo di Manlio Santanelli del 1978, Uscita di Emergenza racchiude in sé tutti i temi cari all’autore napoletano: la solitudine, l’incomunicabilità tra gli individui, la precarietà dell’esistenza umana. È la storia di Cirillo e Pacebbene che, per motivi differenti, si sono ritrovati soli, senza casa ed hanno deciso di andare a vivere in un quartiere di Napoli completamente disabitato perché colpito dal terremoto. Queste due persone “instabili”, metaforicamente parlando; malate di bradisismo al loro interno, continueranno a punzecchiarsi, a spiarsi, in un gioco morboso e massacrante. I due protagonisti
Primo testo di Manlio Santanelli del 1978, Uscita di Emergenza racchiude in sé tutti i temi cari all’autore napoletano: la solitudine, l’incomunicabilità tra gli individui, la precarietà dell’esistenza umana.
È la storia di Cirillo e Pacebbene che, per motivi differenti, si sono ritrovati soli, senza casa ed hanno deciso di andare a vivere in un quartiere di Napoli completamente disabitato perché colpito dal terremoto. Queste due persone “instabili”, metaforicamente parlando; malate di bradisismo al loro interno, continueranno a punzecchiarsi, a spiarsi, in un gioco morboso e massacrante. I due protagonisti sono messi a dura prova da un’esistenza che ha lasciato loro soltanto l’amaro sapore della memoria, essi non sono in grado di esprimere altra volontà se non quella di spostarsi su e giù per l’unica stanza che costituisce il loro covo, in una smania di emigrare che però non li porta mai oltre la soglia di casa.
Minacce, sospetti reciproci, equivoci e travestimenti costituiscono ormai il loro tragico e ad un tempo clownesco sistema di affrontare il vuoto quotidiano.